Dott.ssa Alessia Sapei – Osteopata Fisioterapista a Torino

Le cicatrici si possono trattare con tecniche di scollamento meccanico, dove tramite la mobilizzazione manuale si vanno a muovere e “scollare” le cicatrici e con tecniche per il rilascio miofasciale, volto appunto al tessuto connettivo, o fascia, del corpo.


Mobilizzazione manuale per scollamento cicatrice

Mobilizzazione manuale per scollamento cicatrice

 

Cos’è una cicatrice?

Quando lesioniamo la cute, o tessuti più profondi, si innescano naturalmente dei meccanismi di riparazione che vanno a riunire i tessuti e colmare eventuali “spazi vuoti” con tessuto connettivo. Questo per sua natura è fibroso e normalmente elastico. Ora immaginiamo che nelle cicatrici questo tessuto non si organizzi in modo ordinato seguendo le trame del “tessuto”, ma in modo disorganizzato: in questo punto il tessuto perde elasticità.

Poiché i nostri tessuti sono organizzati in strati, spesso accade che quando vengono lesionati il tessuto fibroso unisca in modo indifferenziato tutti questi strati. E’ come se prendessimo un plico di fogli di carta, liberi di scorrere l’uno sull'altro e li tagliassimo con un taglierino. Poi, invece di riparare ogni singolo strato con del nastro adesivo, andassimo ad unire il taglio con una spennellata di colla: ecco che i fogli (i nostri tessuti) avranno il taglio riparato ma saranno vincolati tra di loro.

Come prima conseguenza avremo una perdita della libertà di movimento del nostro corpo, talvolta nemmeno percepita consciamente, ma che viene accusata dal nostro organismo.

Quanto illustrato in precedenza non accade sempre e non sempre allo stesso modo: età, predisposizione, tipologia di trauma, intervento e cura della ferita incidono sul destino della nostra cicatrice. Ed ecco che possiamo essere sottoposti a interventi massicci senza problema alcuno o per colpa di pochi punti di sutura perdere mobilità ad una articolazione.

Problemi legati alle cicatrici

A seconda che si abbia una vera aderenza cicatriziale o una cicatrice attiva, ovvero mobile, possiamo avere diversi problemi, anche a distanza di anni:

  • blocchi e limitazioni articolari
  • dolori articolari
  • gonfiori
  • "fitte" di dolore
  • dolori addominali o viscerali
  • disfunzioni viscerali a carico dell'intestino, dello stomaco, dell'utero
  • disfunzioni neurovegetative: sudorazione, ansia, paura

Principali Interventi o Traumi per i quali è consigliabile prendersi cura delle nostre cicatrici:

  Mastectomia parziale o totale
  Quadrantectomia ascellare
  Tiroidectomia
  Protesi di anca o di ginocchio
  Applicazione Pacemaker
  Interventi Ortopedici tradizionali o in artroscopia a ginocchia, spalle e caviglie
  Tunnel Carpale
  Tagli traumatici profondi trattati con punti o colla
  Taglio Cesareo e rimozione dell’utero
  Appendicectomia
  Intervento su diastasi addominale

Cosa si può fare?

Per fortuna la cute è tessuto vivo e se opportunamente stimolato si può ripristinare, parzialmente o totalmente, l’elasticità dei tessuti ed eliminare le aderenze. Le cicatrici si possono trattare con tecniche di scollamento meccanico: tramite interventi manipolatori si smuovono e si attivano i tessuti in modo da “scollare” le cicatrici, e con tecniche per il rilascio miofasciale, volto appunto al tessuto connettivo, o fascia, del corpo.

Cos'è la fascia?
E' una struttura di tessuto connettivo che ricopre muscoli, gruppi di muscoli, nervi, vasi sanguigni, unendo alcune strutture e permettendo ad altre di scivolare tra loro. Esistono fasce più o meno profonde a seconda delle loro funzioni e della sede anatomica (superficiali, profonde, viscerali). Le fasce permettono di creare un collegamento ininterrotto dalla testa ai piedi.

A cosa serve la fascia?
Verrebbe spontaneo pensare che essendo strutture connettivali esse siano passive nel trasmettere le tensioni meccaniche del corpo, ma alcune ricerche ipotizzano che il loro ruolo invece sia attivo, suggeriscono che la fascia sia in grado di contrarsi in modo indipendente influenzando attivamente le dinamiche muscolari. Le fasce possono quindi:
ridurre l'attrito creando un ambiente scorrevole per i muscoli
mantengono sospesi gli organi e al loro posto
creano sostegno a nervi e vasi sanguigni
trasmettono movimento tra i muscoli e le ossa cui sono fissati

Come si tratta la fascia?
Esistono tecniche miofasciali dirette o indirette. Le prime consistono nell'eseguire una trazione meccanica graduale fino alla "barriera motoria" (cioè quando il tessuto "oppone resistenza" alla trazione) e nell'attendere un successivo rilascio, ripetendo la manovra finchè si ha la sensazione di completo detensionamento. Le tecniche indirette operano in modo contrario alle precedenti, ossia il tessuto viene "invitato" ad andare nella sua direzione facilitata (cioè opposta alla restrizione di movimento), stimolando il corpo a trovare una risposta correttiva autonoma. E' come se dicessimo al corpo "adesso ti ho messo in equilibrio, non è più necessario tirare, rilassati"

Quando intervenire?
Subito, non appena è possibile applicare il trattamento perchè, come sempre, intervenire per tempo garantisce risultati migliori.