Distorsione di caviglia
Le distorsioni di caviglia sono tra le lesioni più comuni nel mondo dello sport e nelle attività quotidiane. Si verificano frequentemente quando il piede si muove in modo innaturale, solitamente verso l’interno (distorsione laterale), causando danni ai legamenti che stabilizzano l’articolazione. La gravità di questa lesione può variare da un lieve stiramento a una rottura completa dei legamenti, e può portare a complicazioni come instabilità cronica, dolore persistente, gonfiore dopo l’utilizzo e aumentato rischio di recidive.
La sintomatologia tipica include dolore acuto, gonfiore, ecchimosi, limitazione dei movimenti e, in alcuni casi, instabilità dell’articolazione. La diagnosi viene solitamente formulata attraverso l’esame clinico o con strumenti diagnostici come l’ecografia o la risonanza magnetica.
Il trattamento delle distorsioni di caviglia può essere conservativo o con intervento chirurgico. Nella maggior parte dei casi, si preferisce un approccio conservativo che comprende riposo, applicazione di ghiaccio, compressione e elevazione. La fisioterapia è fondamentale per favorire la riabilitazione, rafforzare i muscoli stabilizzatori e migliorare la mobilità articolare. Solo in caso di lesioni gravi o instabilità cronica può essere presa in considerazione la chirurgia.
Nel percorso riabilitativo delle distorsioni di caviglia, le terapie strumentali assumono un ruolo importante. Queste tecniche non invasive aiutano ad accelerare il recupero muscolare, ridurre l’infiammazione e il dolore, e migliorare la funzionalità articolare. Tra le più risolutive troviamo la QMR (in fase acutissima anche), la tecar terapia (in fase acuta) e le onde d’urto (in fase cronica per tendiniti che si possono instaurare). Sono strumenti che, se usati correttamente e in combinazione con altre metodiche riabilitative, permettono di ridurre i tempi di recupero, migliorare la qualità della vita del paziente e prevenire future recidive.
In conclusione, le distorsioni di caviglia rappresentano una problematica molto diffusa ma affrontabile con un trattamento tempestivo, appropriato e, soprattutto, con l’ausilio di terapie strumentali di ultima generazione; la prevenzione delle recidive deve diventare un obiettivo di trattamento.